Se l'imprenditore andra' avanti, come è altamente probabile, è chiaro che la sua offerta sara' al prezzo minimo di base d'asta visto che non deve temere 'rilanci'. E mentre il tempo stringe per capire se l'editore ha veramente la volonta' e le risorse per accaparrarsi uno o più multiplex o reti digitali, le cui basi d'asta variano tra i 30 e i 31,6 milioni di euro, il ministero dello Sviluppo economico studia le prossime mosse. Che puntano in sostanza a chiedere alla Ue di chiudere la procedura d'infrazione aperta contro l'Italia per mancanza di pluralismo nel passaggio dalla tv analogica a quella digitale.
Tuttavia, perchè il Governo italiano, con il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, scriva alla Commissione Europea chiedendo la chiusura della procedura si devono verificare due condizioni: la prima è che l'asta non vada deserta (e questo si capira' entro il 17 giugno), la seconda è che l'Autorita' per le comunicazioni - sempre secondo quanto si apprende - concluda la verifica, iniziata nel luglio dell'anno scorso, sulla destinazione del 40% di capacita' trasmissiva del quinto multiplex di Rai e Mediaset.
In pratica dal luglio dell'anno scorso 'Agcom si è assunta il compito di verificare come viene utilizzato e da chi il 40% della capacita' trasmissiva della quinta frequenza di Rai e della quinta frequenza di Mediaset. La cessione ad altri editori di questa parte dello spettro era stata decisa dalla stessa Autorita' nel marzo del 2007 sempre con l'obiettivo di aprire il mercato a nuovi soggetti.
fonte: tvblog