L’annuncio ufficioso nasce da una lettera inviata ai generatori di contenuti video per la piattaforma in cui si comunica che presto quest’offerta, della quale non si conosce ancora il nome, verrà resa disponibile.
Ma sarà semplicemente uno YouTube senza pubblicità prima dei video? Pare di no.
Per un abbonamento che dovrebbe essere di circa 10 dollari al mese, oltre all’eliminazione degli annunci, si potranno anche salvare i video sui propri dispositivi mobili – come già possibile con Music Key sui telefoni Android. Inoltre, tutti i creatori di contenuti dovrebbero rendere disponibili alcuni video solo agli abbonati, così da offrire loro contenuti esclusivi. Probabilmente saranno previste anche fasce di abbonamento ridotte per categorie particolari, come i video musicali (ancora come Music Key) o i programmi per bambini
Interessante pensare a come questa novità impatterà il modo di fare business di YouTube che, dopo il calo di traffico dal 19% del 2013 al 14% del 2014 in Nord America, era alla disperata ricerca di fonti di guadagno alternative.
Ma come verranno suddivisi i guadagni generati dall’abbonamento?
Con l’introduzione degli abbonamenti, YouTube, che normalmente trattiene per sé il 45% degli introiti pubblicitari, ridistribuirà tra i vari partner un ulteriore 55% dei ricavi in base al numero di visualizzazioni e al tempo trascorso dagli spettatori sui vari canali.
L’offerta, per quanto allettante, porterebbe però con sé un rovescio della medaglia che alcuni autori potrebbero far fatica a digerire. A tutti i partner viene infatti richiesto di contribuire al catalogo dei video disponibili solo previo abbonamento, altrimenti TUTTI i loro contenuti saranno impostati come privati.
Questa decisione non è ancora stata confermata né smentita dai portavoce della piattaforma, ma rappresenterebbe senza dubbio una presa di posizione troppo forte per chi magari preferirebbe mantenere i propri video pubblici e disponibili per un pubblico più ampio.
La trovata dell’abbonamento non è dunque una mossa del tutto inaspettata per questo colosso che poggia le sue fondamenta su video di gattini. D’altronde, sebbene la sua egemonia sia ancora forte, la concorrenza è sempre più agguerrita e sono molte le piattaforme che tentano i videomaker più quotati con offerte e proposte commerciali molto significative.
Certo l’incremento delle possibilità di guadagno potrebbe senza dubbio tentare i canali più importanti, ma chissà quanti saranno disposti a creare anche contenuti esclusivi per non perdere la propria fetta di pubblico.
fonte: hdblog