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Partite in diretta gratis su Internet, Mediaset fa sequestrare dieci siti

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    Partite in diretta gratis su Internet
    Mediaset fa sequestrare dieci siti



    Il provvedimento del gip milanese Ghinetti dopo la denuncia delle reti berlusconiane. Ed è battaglia sulle norme giuridiche che regolano la tutela delle opere intellettuali, cui il giudice ha fatto riferimento

    Un duro colpo al calcio online, ossia a quel fenomeno, sempre più diffuso, che permette a migliaia di utenti del web di guardare le partite gratis in streaming, utilizzando le immagini trasmesse dalle pay-tv grazie all'abilità tecnica di veri e propri hacker. L'ha sferrato il tribunale di Milano, che ha posto sotto sequestro i domini italiani di dieci siti, con base in diversi Paesi, per violazione della legge sul diritto d'autore, dopo una denuncia di Mediaset che ha fatto scattare l'inchiesta.

    Il gip Andrea Ghinetti, nel disporre il sequestro preventivo effettuato dalla polizia postale su richiesta del pm Tiziana Siciliano, ha adottato un principio innovativo: secondo il giudice, anche un match calcistico, ripreso dalle telecamere e confezionato ad arte con tanto di regia e commento per i telespettatori, può essere considerato un'opera protetta dal diritto d'autore. "Malgrado le partite di calcio non siano da considerarsi 'opera intellettuale' - scrive il gip nel decreto - le videoriprese di tali eventi (...), allorquando si caratterizzano per uno specifico apporto di tipo tecnico e creativo, possono rientrare tra le opere tutelate".

    Nel novembre scorso, sempre su decisione dei magistrati milanesi, era stata sequestrata una 'edicola pirata digitale', il sito A*****e, ma in quel caso era stato applicato anche il reato di ricettazione perché, secondo l'accusa, quel dominio avrebbe guadagnato dai banner pubblicitari, mentre gli utenti scaricavano gratuitamente i giornali. Nel caso del calcio in streaming, invece, il gip non ha contestato il fine di lucro, ma la sola violazione del diritto d'autore.

    "La novità dirompente di questo provvedimento - ha chiarito l'avvocato Fulvio Sarzana, legale della Associazione italiana provider - è che il magistrato applica per la prima volta in Italia il sequestro preventivo a portali e forum del tutto gratuiti, in base a una norma mai contestata prima in Italia, l'art 171, comma 1, lettera a-bis, della legge 633/1941, che era stato introdotto dal governo Berlusconi nel 2005". La norma punisce chi "mette a disposizione del pubblico, immettendola in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, un'opera dell'ingegno protetta".

    Gli investigatori, quindi, hanno notificato il provvedimento ai principali provider italiani, da cui si poteva accedere ai siti pirata ora bloccati: webcaston.com, freedocast.com, veemi.com, limev.com, mips.tv, hqeast.tv, dinozap.tv, hdeaster.net, ilive.to e LiveScoreHunter.tv. "Dalla denuncia presentata - chiarisce il gip - emerge che oggetto di abusiva immissione e trasmissione attraverso la rete Internet sono alcuni programmi televisivi prodotti da Rti (società del gruppo Mediaset), partite di campionato di calcio di Serie A per la stagione 2011/12, nonché incontri di Champions League ed Europa League per le stagioni 2010/2011 e 2011/12".

    I siti mettevano a disposizione "le immagini relative agli incontri calcistici in tempo reale, in maniera pressoché affine alla tradizionale trasmissione televisiva in diretta". Secondo l'avvocato Sarzana, però, il decreto del giudice mette a rischio la libertà della Rete, anche perché "gli incontri sportivi non possono essere considerati quali creazioni intellettuali qualificabili come opere ai sensi della direttiva sul diritto d'autore". Dallo stesso provvedimento del magistrato, in ogni caso, si evince che questo sequestro può essere considerato una sorta di goccia nel mare: i siti pirata "sono spesso collocati all'estero" e "modificano frequentemente indirizzi e denominazioni".


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