La prima fetta di dividendi è stata condivisa in maggio, la terza sarà distribuita a novembre, e la società, nata nel settembre del 2008, è talmente solida, con bilanci in attivo, utili costanti e buona liquidità, che anche il piano industriale fino al 2018 è stato rivisto, con obiettivi più ambiziosi:
– ampliare il parco ricevitori verso la tecnologia HD (da poche settimane è cessata la vendita di smart card SD);
– sviluppare dell’offerta in alta definizione (entro il 2016 saranno almeno 20 i canali in HD sul bouquet di Tivùsat, contro i 12 di oggi, su un totale di 73 canali tv e 32 canali radio proposti gratuitamente sulla piattaforma);
– incrementare l’interazione tra satellite e banda larga, spingendo forte sui servizi on demand. Con l’app Tivùon e un collegamento del decoder certificato Tivùsat alla banda larga, è possibile da circa un mese la visione gratuita in streaming di tutti i contenuti trasmessi sulla piattaforma negli ultimi sette giorni. E dal 2014, con l’app Tivùlink è invece possibile accedere ai servizi on demand di Rai Replay, Mediaset on demand, Infinity (tv a pagamento), Rai Sport, TGR, Rai News e RivediLa7.
In Italia ci sono 2,7 milioni di smart card Tivùsat attive (276 mila quelle vendute nel 2015), per un servizio gratuito che raggiunge circa 10 milioni di persone, diffuso soprattutto in quei territori che per motivi orografici e infrastrutturali hanno più difficoltà a ricevere il segnale del digitale terrestre. Si punta a quota tre milioni di tessere attive per la fine del 2016, attirando nuovi utenti con l’offerta di canali in HD o 4K (non visibili ancora in queste modalità sul digitale terrestre), e con i canali non disponibili sul digitale terrestre.
La società della piattaforma tv satellitare, controllata al 48,16% da Rai, al 48,16% da RTI-Mediaset, al 3,5% da Telecom Italia, allo 0,09% da Aeranti-Corallo e allo 0,09% da Associazione tv locali, ha chiuso il 2015 con un valore della produzione di 10,5 milioni di euro (+4% sul 2014), mol di 2,75 milioni (+15,5%), risultato operativo di 2,5 milioni (+19%) e utili per 1,8 milioni (1,5 mln nel 2014).
Ma il vero business della società guidata dal presidente Alessandro Picardi è la vendita di servizi agli editori soci e non soci e soprattutto dei pacchetti Tivùsat ai produttori di decoder certificati. In particolare, nel 2015 ha incassato quasi 6 milioni di euro con la distribuzione dei pacchetti Tivùsat e circa 4,2 milioni dalle prestazioni di servizi.
Nei rapporti tra le parti correlate è palesemente favorita Mediaset: le transazioni con Rai generano ricavi per 1,8 milioni, costi per 577 mila euro, crediti commerciali per 547 mila euro e debiti commerciali per 168 mila euro, mentre quelle con Mediaset originano 1,6 milioni di ricavi, 2,86 milioni di costi, 485 mila euro di crediti e 1,2 milioni di debiti commerciali.
fonte: tvblog