È il quadro che emerge dal primo Rapporto sulla Produzione audiovisiva italiana, realizzato dall'Associazione Produttori Televisivi che ha annunciato anche il cambiamento della denominazione in Associazione Produttori Audiovisivi. A spiegare le ragioni di questa «storia di successo» il presidente Giancarlo Leone. «Il mercato è in crescita sia per la tv free e pay - ha affermato -. Secondo le nostre stime, la buona tenuta continuerà e crescerà la tv non lineare come la tv on demand».
Il valore della filiera della produzione italiana ha raggiunto un miliardo di euro: il cinema è a quota 263 milioni, la fiction sta attraversando un vero e proprio boom con l'assorbimento del 38% del mercato e un valore fra i 360 e i 380 milioni di euro. Seguono gli altri generi televisivi e Internet con un valore fra i 310 e i 340 milioni di euro. I lavoratori impegnati sono 70mila che aumentano a 100mila grazie all'indotto. Le imprese attive sono 7.247. A trainare la crescita sono diversi fattori: l'estensione del tax credit al prodotto televisivo e la maggiore comprensione della sua centralità culturale; lo sviluppo della committenza degli Over The Top con significativi effetti sull'intero versante della quantità di prodotto audiovisivo richiesta; l'espansione delle attività degli operatori on demand nazionali ma soprattutto internazionali come Netflix e Amazon. «Tutto ciò che sta accadendo nel settore della serialità è merito del ruolo del tax credit - ha concluso Leone -. È un dato fondamentale che il governo non deve sottovalutare in futuro. È il motore di crescita che non va spento». Una prima risposta è arrivata dal sottosegretario al Mibac, Lucia Borgonzoni, che ha assicurato di voler mantenere e se possibile incrementare la misura. «È un settore che non vuole assistenzialismo - ha affermato -. Dobbiamo sederci tutti ad un tavolo per capire come cambierà questo settore. Stiamo puntando molto sull'internazionalizzazione. Anche Netflix parteciperà ai tavoli».
fonte: tvblog