Dopo il mancato acquisto di Mediaset Premium da parte dei francesi, nel braccio di ferro ancora in corso anche i 'piccolì pacchetti di azioni sono importanti e i conti si fanno con le virgole. Il gruppo controllato da Bolloré è infatti quasi al 30% di Mediaset, mentre Fininvest si trova al 38,26% del capitale e al 39,77% dei diritti di voto. Nel corso dell'anno non può fare acquisti superiori al 5% per non incorrere nell'Opa obbligatoria e allora si guarda al calendario: dal 12 al 27 aprile 2016, dopo il gran rifiuto dei francesi e gli immediati timori che aveva suscitato, l'holding italiana comprò un mini pacchetto di azioni Mediaset, acquisto che ora può replicare. Poi, in dicembre, comprò un altro 3,5% abbondante, mossa che potrà ripetere appunto poco prima di fine anno. In tutto, alle attuali quotazioni, fa una spesa poco superiore ai 200 milioni, circa metà di quanto incassato fisicamente per il Milan.
Difficile invece che queste munizioni vengano usate nella questione Mediolanum, se non per pagare gli avvocati per i molti ricorsi all'orizzonte, e prima comunque va definita la questione Mediaset, se non altro per trattare con i francesi da posizioni di forza. In attesa che subito dopo il ponte pasquale l'Agcom emani il suo 'verdettò sulla doppia presenza di Vivendi in Telecom e nel Biscione. Ma anche qui il momento appare positivo: il mercato si aspetta infatti che l'Authority decida per lo meno un congelamento dei diritti di voto della quota eccedente il 9,9% detenuta dai francesi in Mediaset.
fonte: tvblog