Ecco spiegato il timore che circonda il DVB-T2: dovremo fare un altro switch-off? Sì purtroppo, in un futuro lontano toccherà spegnere il vecchio sistema per passare al nuovo - di sicuro dopo il 2020/2022 quando altre frequenze (700 Mhz) verrano cedute al wireless broadband.
Il decreto Milleproroghe approvato il 31 dicembre 2014 ha rimandato comunque ogni obbligo riguardante il DVB-T2, almeno a livello di dispositivi. Le associazioni dei consumatori e i responsabili dell'industria hanno convinto il Governo a posticipare al primo luglio 2016 la vendita obbligatoria di decoder DVB-T2 e al primo gennaio 2017 quella di TV con le apparecchiature integrate di nuova generazione. Il problema – per altro irrisolto – riguarda però il codec da abbinare a questa tecnologia: H.264/MPEG4 oppure H.265/HEVC?
Si tratta di formati di compressione capaci di condizionare efficienza, qualità e altri parametri fondamentali. L'H.264 è maturo, fa meglio del MPEG2 di circa il 50% ed è già impiegato ad esempio dai Blu-Ray. L'H.265 invece è la sua evoluzione, fa ancora meglio e supporta già l'Ultra HD in tutte le sue declinazioni.
Se si considera che per supportare l'uno o l'altro ci vuole hardware specifico si può capire come la scelta possa pesare molto su mercato, industria e consumatori. Marcello Berengo Gardin, vice presidente del consiglio direttivo di HD Forum Italia, intervistato da Tom's Hardware ammette che il buon senso direbbe di puntare sull'H.265/HEVC. Per altro già il prossimo anno potremo disporre di una versione più stabile, evoluta e pronta per il mercato di massa.
Il DVB-T2 in sinergia con i codec di nuova generazione permetterà di godere di una maggiore qualità video, rendere più efficiente l'uso delle frequenze a disposizione (lato broadcaster) e ridurre il rischio interferenze. I dati ufficiali indicano a spanne un incremento prestazionale da 24 Mbit/sec (DVB-T) a 45.5 Mbit/sec (DVB-T2), che insieme a una compressione video migliore consentirà agli operatori televisivi di trasmettere più canali con maggiore qualità usando le medesime risorse.
Ad esempio oggi un solo MUX (multiplex) è in grado di ospitare 5/6 canali in qualità standard o al massimo 2 canali HD 720p. Secondo OFCOM il DVB-T2 con codec H.264 consentirebbe la trasmissione di 4 canali HD 720p (o 1080i). Un ulteriore transizione al codec H.265 porterebbe il numero dei canali HD 720p a 11 oppure in alternativa cinque canali 1080p. Insomma, c'è tutto da guadagnare, ma allo stesso tempo è richiesto un impegno gravoso.
I produttori di TV e decoder devono integrare i chip compatibili ed essere certi dello scenario che li attende; i broadcaster devono mettere in preventivo il cambio di attrezzature (videocamere, banchi compressione, impianti, etc.). Oggi molti televisori nei negozi sono già compatibili con il DVB-T2 ma non con il codec HEVC. E non basterà un aggiornamento software per risolvere il problema; ci vogliono proprio i chip specifici. Ad ogni modo non è un grande problema: a tempo debito sarà sufficiente acquistare un decoder esterno. Oppure disponendo di un TV con kit hardware di aggiornamento - inziano a vedersene anche in fascia media - sarà sufficiente sostituire il vecchio modulo con uno nuovo.
Solo in ambito console (Xbox One e PS4) si è parlato della possibilità di gestire i codec via software senza dover attendere nuove versioni, ma il pacchetto hardware/software in questione è più flessibile (e potente) rispetto a quello di un televisore di fascia media.
fonte: tomshw