Il sindaco Giuseppe Geraci: «cittadini vengono in comune col canone. Sanare con urgenza questa grave discriminazione».
«La corretta fruizione o meno del segnale del digitale terrestre e, quindi, la normale visione o meno dei canali della televisione pubblica, per la quale i contribuenti pagano un canone, fa parte del diritto di cittadinanza in un territorio e può condizionarne negativamente il suo pieno godimento». È quanto sostiene il il primo cittadino di Corigliano Calabro denunciando quella che «è ormai – precisa – una grave e reiterata violazione del diritto all’informazione perpetuata, dalle società o enti di competenza, ai danni della comunità di Corigliano».
«È assurdo ed intollerabile – afferma il primo cittadino – che nella seconda città più grande della provincia di Cosenza i cittadini debbano rivolgersi al Comune, così come accade ormai sistematicamente, per denunciare la totale assenza di segnale del digitale terrestre il che rende impossibile vedere i canali della Rai. Intere frazioni e larga parte del centro storico – continua – non ricevono alcun segnale sin dall’avvio di questa tecnologia delle comunicazioni, nel 2012».
"A Corigliano, come accade del resto anche in altri territori della nostra area e della regione, il TG3 Calabria è considerato come un programma straniero del quale, ogni tanto, qualche fortunato racconta qualcosa. Siamo – aggiunge il sindaco – di fronte ad una delle tante discriminazioni infrastrutturali immateriali e digitali (analogo discorso potremmo affrontare per la telefonia e per l’ADSL) che continuano a relegare la Sibaritide ed il Sud a periferie concettuali oltre che materiali della stessa Nazione. È doveroso che la Rai e quanti di competenza provvedano con urgenza a sanare questo odioso gap di unità nazionale, che penalizza migliaia e migliaia di calabresi e perdurando il quale – conclude Geraci– sicuramente aumenteranno le proteste dei cittadini-contribuenti rispetto al pagamento del canone".
fonte: tvblog