L’ipotesi su cui sta indagando la procura.Tracce di crisotilo nelle macerie riutilizzate per i lavori
di PAOLA PAGNANELLI Pubblicato il 30 maggio 2018
Ultimo aggiornamento: 30 maggio 2018 ore 12:01
Le macerie inerti vengono recuperate come sottofondi per abitazioni
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Macerata, 30 maggio 2018 - Tracce di amianto nelle macerie utilizzate per la ricostruzione post sisma. Su questa scoperta choccante stanno indagando ora la procura e l’Asur, a tutela dei lavoratori e alla ricerca delle eventuali responsabilità. Se ne parlerà anche venerdì in Provincia, con un tavolo tecnico convocato appositamente per affrontare il problema. Dopo le demolizioni degli edifici danneggiati dalle scosse, in virtù di una deroga speciale per l’emergenza le macerie vengono portate al Cosmari come rifiuti urbani.
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Nell'impianto, in base all’accordo, vengono separati e, nel caso di rifiuti pericolosi, trattati. Gli inerti, con il loro codice identificativo «cer», vengono poi portati alle ditte che, in subappalto, li recuperano come sottofondi per le abitazioni, le sae o le strade. Di queste ditte, che costituite in associazioni temporanee di imprese hanno vinto il bando regionale, ce ne erano prima tre, ora cinque. E in queste ultime è stato trovato l’amianto, controllando i materiali che stavano trattando. Più precisamente le analisi dell’Arpam di Pesaro, a cui i carabinieri forestali hanno portato i campioni da analizzare, hanno trovato fibre di crisotilo, il più estratto dei minerali del gruppo dell’amianto.
Dopo questa segnalazione, a metà aprile una lettera è stata inviata alla Regione, all’Asur e alla Provincia, per i controlli e le verifiche necessarie. E il procuratore capo Giovanni Giorgio, che ha preso in mano personalmente il fascicolo su questo, ha disposto una serie di accertamenti ulteriori: da un lato, controlli incrociati in varie sedi aziendali, dall’altro esami con il Servizio prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro dell’Asur, a tutela di chi in questi mesi ha lavorato con questi materiali credendoli inerti. Le indagini non sono ancora chiuse.
Intanto, venerdì mattina in Provincia è stato convocato dal presidente Antonio Pettinari un tavolo tecnico con l’Arpam, i carabinieri forestali e la Regione, per avere un quadro della situazione e valutare se e quali provvedimenti adottare subito. Prioritaria comunque è la questione della sicurezza dei lavoratori: il timore è che l’amianto usato per la ricostruzione possa fare più vittime di quante non ne ha fatte il terremoto.
Nelle scorse settimane, l’associazione «La terra trema noi no» aveva chiesto informazioni al Cosmari, sulla eventuale presenza di amianto nelle macerie, senza avere dati ma ottenendo rassicurazioni dalla Regione. L’impianto prende 50 euro a tonnellata di inerti trattata; sulle 300mila tonnellate di macerie già trattate finora, sarebbero venute fuori due tonnellate di amianto, perché in passato il materiale era moltissimo usato nell’edilizia.