EY considera nella sua ricognizione l’offerta in fibra, già esistente e in commercio, superiore ai 30 Megabit per secondo (Mbps) quanto a velocità in download. Performance che può essere assicurata anche in Fttc (Fiber-to-the-cabinet), vale a dire il sistema misto fibra-rame con fibra fino agli armadi di strada e rame nella parte terminale. Fatto sta che la strategia italiana prevede entro il 2020 la copertura per l’85% della popolazione con connettività di almeno 100 Mbps e per il restante 15% di almeno 30 Mbps. In questo senso l’Ftth (fibra fino a casa) appare come la soluzione d’elezione.
Gli operatori hanno messo nero su bianco i propri piani, ma la realtà al momento mostra più deficit che plus. Andando a verificare il numero di comuni italiani in cui la copertura è superiore al 5% della popolazione, la Campania svetta sia per numero (221) sia per quota di comuni sul totale (40%). Segue la Calabria (142 comuni; 35% del totale). Al terzo posto per quota percentuale si pone la Toscana (30% con 86 comuni), mentre guardando al numero secco di comuni in cui c’è già un’offerta in fibra il terzo gradino del podio è occupato dalla Lombardia (136).
Nel mappare la situazione della fibra ottica in Italia EY utilizza anche un altro parametro: la popolazione raggiunta dalle offerte. Qui si vede che a livello generale l’Italia è al 49 per cento. Vale a dire che una metà della popolazione non è ancora raggiunta dai servizi in fibra. Anche in questo caso la Campania svetta (74% della popolazione raggiunta), seguita da Lazio (65%) e Liguria (59%). All’opposto in fondo alla classifica si pone ancora una volta l’Abruzzo (20%), preceduto da Marche e Valle D’Aosta (44%). In fondo, si potrebbe dire, è la metà della popolazione. L’Italia però da questo punto di vista nel 2015 era penultima nella classifica Ue (parametrata sulle famiglie, ma poco cambia).
Ma c’è un speranza. Il roll out delle reti ultrabroadband procede a buona velocità. «Tutti i principali operatori hanno rivisto al rialzo i target di copertura di breve periodo con una ricaduta positiva sul processo di infrastrutturazione del Paese. – afferma Andrea Paliani, Partner EY e Mediterranean Advisory Leader – In termini di copertura di servizi ultra broadband di rete fissa il valore del primo trimestre è salito rispetto al dato di fine anno (44%). Da poco più di 720 comuni a fine 2015 si è passati, infatti, agli oltre 1.100 a marzo 2016».
La distribuzione territoriale delle coperture appare molto variegata nelle diverse regioni italiane. Sono evidenti i buoni risultati delle regioni del Sud, spiegabili con i bandi Eurosud (rete incentivata al 70%). Telecom ne ha fatto incetta e gli operatori alternativi hanno puntato l’indice contro bandi definiti “tailor made”. Da parte sua Telecom ha sempre replicato che l’azienda è stata l’unica a mettere mano al portafogli. Intanto gli occhi sono puntati sulla partenza dei bandi per le aree C e D (a fallimento di mercato): risorse con cui costruire una rete di proprietà statale da dare in concessione ventennale.
fonte: hdblog
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