La nuova sentenza rappresenta un ulteriore passo avanti nella giurisprudenza relativa alla tutela del diritto d’autore degli editori italiani in ambito digitale. Il Tribunale, accogliendo i più recenti precedenti comunitari, ha stabilito la responsabilità civile di chi pubblica contenuti caricati dagli utenti.
Rilevante il nuovo ruolo attribuito agli aggregatori: non più intermediari tecnici e passivi ma “impresa globale” che utilizza i contenuti messi a disposizione del pubblico per alimentare il proprio business pubblicitario.
“L’intervento diretto nei contenuti”, continuano i giudici di Roma, è dimostrato anche attraverso i “video correlati” e la presenza di un “editorial team”, elementi che dimostrano la posizione del provider come “hosting attivo”. In altre parole vi è “conoscenza effettiva” degli illeciti. E il titolare dei diritti non ha nessun obbligo preventivo di fornire agli aggregatori gli specifici URL “vietati”, in quanto si tratterebbe di un onere irragionevolmente gravoso e privo di qualsiasi fondamento normativo.
La nuova sentenza aggiunge un importante contributo alla cultura giuridica dei “principi fondamentali” a tutela di chi investe realmente nella produzione di contenuti italiani originali.
fonte: tvblog