L'operazione ha inoltre portato all'arresto di cinque persone residenti in tutta Italia e ritenute responsabili della "pubblicazione di quotidiani e periodici, nazionali e disponibili gratuitamente ed integralmente agli utenti del web attraverso piattaforme illegali che non versano i compensi spettanti ai titolari": le loro abitazioni sono state perquisite ed il materiale informatico ivi trovato è stato sequestrato.
Le prove che hanno portato al loro arresto, tuttavia, sono state di fatto fornite alle Fiamme Gialle dagli editori stessi: i principali gruppi editoriali nazionali hanno adottato un metodo di tracciatura (probabilmente basato sulle tecnologie di watermarking) delle copie digitali che ha permesso di risalire ai responsabili. Le indagini sono riuscite a scoprire che i contenuti editoriali diffusi illegalmente da tali siti erano stati "acquisiti originariamente attraverso regolari abbonament ai canali di diffusione digitale delle testate" e questo ha permesso di risalire ai responsabili.
Come spiega, inoltre, la Federazione italiana editori di giornali (Fieg): "Questa iniziativa segue un'altra analoga dell'aprile scorso, che portò al sequestro e oscuramento di 19 siti/edicola". In quel caso i pirati riuscivano ad ottenere la copia digitale del giornale non ancora mandato in stampa.
fonte: puntoinformatico