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Crocifisso su falce e martello lo porto con me

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    Papa Francesco: "Crocifisso su falce e martello lo porto con me"

    (ansa) Fila di domande e risposte per il Pontefice sulla sua visita apostolica in Ecuador, Bolivia e Paraguay. Tra i temi anche la Grecia: "Mi auguro che risolvano la situazione e che altri Paesi non cadano nella stessa situazione. Perché la strada dei prestiti e debiti, poi, non finisce mai"
    dal nostro inviato MARCO ANSALDO





    13 luglio 2015
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    A BORDO DEL VOLO ASUNCION-ROMA – Un'ora intera, in piedi, sul volo di rientro dal lungo viaggio in tre Paesi dell'America Latina. Ancora una volta il Papa ha sfidato la stanchezza e si è lanciato in un fuoco di fila di domande e risposte sulla sua visita apostolica in Ecuador, Bolivia e Paraguay, con i 75 giornalisti che l'hanno seguito. "Dove trovo tutta questa energia? – ha detto - La mia droga è il mate (il the tipico del Sud America, ndr). Ma la coca non l'ho presa. Questo è sicuro".

    Poi Francesco si è dedicato a temi internazionali, partendo dalle parole dette ai cartoneros sulla necessità di cambiare del tutto il sistema vigente. "Perché quel mio intervento forte alla riunione dei movimenti popolari a Santa Cruz, in Bolivia? Io sono vicino a loro. Sono movimenti che hanno forza. Questa gente non si sente rappresentata dai sindacati perché dicono che sono diventati corporazioni e non lottano per i diritti dei più poveri. Allora la Chiesa non può essere indifferente, ha una dottrina sociale e dialoga bene con loro. Ma questo non significa che la Chiesa faccia un’opzione per la strada anarchica. No, non sono anarchici, sono lavoratori".
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    E la Grecia. "Sarebbe semplice dire che la colpa è soltanto di una parte. Certo, i dirigenti greci che hanno fatto il debito internazionale hanno una responsabilità. Ora il nuovo governo ha cercato una strada. Io mi auguro che risolvano la situazione e che altri Paesi non cadano in quella stessa situazione. Perché la strada dei prestiti e debiti, poi, non finisce mai". Quindi si è dedicato a un tema nuovo, quella della classe media. Perché non parla mai di loro, gli è stato chiesto? "E’ uno sbaglio da parte mia. Il mondo è polarizzato. La polarizzazione fra ricchi e poveri è grande, e questo mi ha portato a non parlare della casse media. E' il Vangelo a parlare sempre dei poveri. Ma la gente comune, la gente semplice, gli operai, quelli che pagano le tasse, sono un grande valore. Approfondirò di più le loro problematiche e ne parlerò all’interno del mio magistero".
    Papa Francesco, Morales gli dona un Crocifisso su falce e martello

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    Una considerazione anche sul regalo del presidente boliviano Evo Morales, la scultura del Cristo poggiato su falce e martello. "Io ero curioso, non sapevo che padre Luis Espinal, il gesuita torturato e ucciso laggiù, l'avesse ideato. Per me è stata una sorpresa. Si può qualificare questa scultura come un genere d’arte di protesta. In alcuni casi questo genere può essere offensivo. Ma padre Espinal e stato ucciso nel 1980 e la teologia della liberazione era allora l’analisi marxista della realtà. Poi padre Arrupe fermò questo connubio. Espinal era un entusiasta di questa analogia, un uomo speciale con tanta genialità. Per me non è stata una offesa. Ora quell'oggetto l'ho portato con me".

    Un'ultima battuta, infine, sui tanti autoscatti chiesti al Papa. "I selfie? – ha risposto – li rispetto. Ma sono un'altra cultura rispetto alla mia. Di fronte a loro mi sento un bisnonno".
    fonte google
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