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la soluzione io .............................

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    La soluzione all’italiana del pasticcio sulle pensioni è servita. Ieri il governo ha dato il libera al decreto che asseconda la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato le norme Fornero sul blocco dell’indicizzazione nel 2012 e 2013. «Stiamo rimediando ai danni fatti» da altri, ha attaccato il premier Matteo Renzi, rivolgendosi a critici e detrattori. È «il colmo» ed è «ridicolo» oggi essere criticati sulle pensioni «da quelli che hanno voluto e votato» il provvedimento del governo Monti, ha aggiunto. Ma ecco cosa arriverà in tasca a ogni fortunato o meglio sfortunato titolare di pensione falcidiata dalla professoressa Fornero, quando era ministro del governo Monti.

    LA PLATEA
    Sono 3,7 milioni i pensionati inclusi nell'intervento una tantum che scatta il primo agosto per un valore di 2,18 miliardi di euro con coperture da reperire in gran parte attraverso il «tesoretto» emerso tra le pieghe del Def dal differenziale tra il deficit programmatico al 2,6% e tendenziale 2,5% del Pil. E inizialmente destinato alle fasce più disagiate. «Non abbiamo voluto fare una corsa per evitare di sentirci dire siete in campagna elettorale», ha sottolineato Renzi che però ha rivendicato: «Abbiamo avuto il coraggio di presentare una proposta subito per dare un messaggio forte ai partner europei che non si scherza sulle pensioni».

    GLI ASSEGNI
    Un intervento quello del governo che lascia a bocca asciutta (come prevedibile, visti i vincoli di bilancio e la coperta corta delle risorse) i 670mila pensionati sopra i 3.200 euro che non riceveranno alcuna compensazione. «Se si dovesse semplicemente azzerare la norma dovremo trovare 18 miliardi di euro» ha spiegato il premier, entrando poi nel dettaglio del meccanismo varato per il rimborso: dal 1° agosto agli assegni da 1700 euro lordi spetteranno 750 euro, a quelli di 2300 450 euro, a quelli da 2.700 andranno 278 euro. «È una una tantum», ha detto Renzi che ha ribattezzato la misura «bonus Poletti». Infine, «a regime a chi prende 1700 euro andranno 180 euro l’anno, 99 euro a chi prende 2200 euro e 60 euro a chi prende 2700». Oltre al rimborso una tantum che arriverà «in una unica soluzione ad agosto», è prevista «una parziale rivalutazione in base all'inflazione, graduata in funzione decrescente per fasce di importi pensionistici fino a sei volte il trattamento minimo, con decorrenza primo settembre 2015. Dal 2016 con la nuova Legge di stabilità il governo interverrà sulla flessibilità per «dare un po’ più di spazio» a chi vuole uscire prima dal mondo del lavoro e andare in pensione con la rinuncia a parte dell'assegno, ha detto ancora il premier.

    L’EUROPA
    Di certo con un intervento parziale e progressivo l'Italia ha evitato di incorrere nelle forche caudine di Bruxelles, con tanto di rischio procedure e correzione dei conti. Indicizzare tutte le pensioni, ha spiegato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan «avrebbe comportato per l'Italia una procedura per deficit eccessivo Ue», visto che il disavanzo sarebbe schizzato ben oltre i livelli di allerta, al 3,6% del pil. «La rimozione della clausola per le riforme e il mancato rispetto della regola del debito e questo avrebbe comportato un ulteriore aggiustamento della finanza pubblica e invertito la tendenza economica nel paese», ha aggiunto Padoan, chiarendo che «nessuno perde niente. Il problema è chi ci guadagna e quanto». Sul 2016 Padoan ha spiegato che si passerà da una misura una tantum ad interventi permanenti. «A partire dal 2016 ci sarà un calcolo delle indicizzazioni più generoso rispetto a quello utilizzato nel calcolo degli anni precedenti in modo da rispettare i principi indicati dalla Corte». Il costo sarà di 500 milioni all’anno.

    LE ALTRE MISURE
    Il Cdm ha anche dato via libera allo stop della riqualificazione del montante contributivo. Una misura che evita che con il Pil negativo le pensioni siano negli anni di crisi con il segno meno davanti nella fase di calcolo. Ok poi al pagamento delle pensioni dal 1° del mese, a cominciare da giugno e, tra le altre misure, un miliardo di euro al fondo sociale per finanziare gli ammortizzatori sociali in deroga nel 2015 dal Jobs Act.
    fonte adnkrons
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