Oggi l'ENEL è la società italiana quotata in Borsa con il più alto numero di azionisti (1,1 milioni): il maggiore è il Ministero dell'Economia e delle Finanze con il 25,5% del capitale. Darle la possibilità di accedere a buona parte di quei 6,5 miliardi di euro previsti per il piano banda ultra-larga permetterebbe di cablare l'intero paese in fiber-to-the-home o fiber-to-the building.
Di fatto Palazzo Chigi potrebbe giocare la carta ENEL per tirare fuori l'Italia dall'impasse creato da Telecom Italia, Metroweb e gli altri operatori. L'ex-monopolista al momento sta procedendo per la sua strada, il progetto Metroweb è in standby, non si riesce a trovare un accordo per lo sviluppo comune.
Telecom e Fastweb sostengono che grazie all'adozione del fiber-to-the-cabinet e nuove tecnologie come VDSL Enhanced e G.Fast si potranno raggiungere anche i 500 Mbps senza mettere mano al rame nelle case. Però la prospettiva non piace a tutti, anche perché l'Agenda Digitale prevede entro il 2020 i 100 Megabit per il 50% della popolazione. I numeri nel tempo potrebbero tornare ma attualmente gli investimenti si stanno concentrando soprattutto nelle aree più competitive. Una grande fetta del paese sembra essere destinata a tenersi ADSL scadenti oppure affidarsi alle reti mobili 3G e 4G (le torri devono comunque disporre di accessi fibra).
La prima mossa dell'ENEL è stata compiuta: ad aprile è stata recapitata al Garante delle Comunicazioni una lettera di intenti. "Enel possiede un'infrastruttura esistente, costituita da reti di tipo aereo e cabine di distribuzione in grado di ospitare cavi in fibra ottica", si legge nel documento. Se non vi saranno obiezioni l'affiancamento dei cavi in fibra a quelli elettrici – sia nel sottosuolo che sospesi – potranno iniziare.
In verità Tom's Hardware può confermarvi che la sperimentazione con qualche operatore è già iniziata. Non abbiamo ricevuto conferme ufficiali ma è bastato scambiare due chiacchiere con i tecnici specializzati che se ne stanno occupando per capire che davvero potranno essere raggiunti luoghi impervi.
Ovviamente ENEL non potrà mai costruire una rete alternativa a quelle esistenti, quindi il suo contributo sarà sinergico con esse. Si pensi anche a Infratel, la società del ministero dello Sviluppo Economico creata per lo sviluppo della fibra.
La ristrutturazione del settore TLC potrebbe essere estesa anche a quella del segmento radiotelevisivo. Si parla infatti della possibilità per Rai Way – proprietaria delle torri di trasmissione RAI – di consorziarsi con Ei Towers (Mediaset) e Abertis (proprietaria delle torri di Wind).
fonte: hdblog