La compagnia telefonica adotterà un mix di tecnologie (Vectoring, Vdsl enhanced e GFast) che entro il 2020 permetteranno di aumentare la velocità di connessione di diverse centinaia di Megabit in tutti gli edifici raggiunti dalla sua infrastruttura. Si tratta di 7,5 milioni di famiglie e imprese, pari al 30% della popolazione italiana. Già nel 2014 Fastweb ha raggiunto il 20% della popolazione e oggi i clienti Fastweb in tecnologia FTTC sono collegati in media a 75 Mbps in download e 30 Mbps in upload (rilevazioni del Politecnico di Milano).
L'architettura Fiber To The Cabinet, sulla quale si basano i programmi di investimento dei principali operatori italiani, è uno standard adottato diffusamente anche in Europa per la copertura ultra broadband. I motivi sono: costi sostenibili, pari al 25% di quelli della Fiber to the Home (FTTH); tempi di sviluppo rapidi, un quarto di quanto necessario per FTTH; copertura omogenea, perché FTTH è sostenibile solo in aree metropolitane densamente popolate.
Per dare numeri concreti, il Governo stima una spesa per la copertura nazionale in FTTH pari a circa 11 miliardi euro, mentre con il FFTC basterebbero 3,5 miliardi. Sui tempi di implementazione, per completare l'infrastruttura FTTH sarebbero necessari 15-20 anni, per quella FTTC sono sufficienti 5-6 anni, di cui almeno 3 sono già trascorsi. I motivi di questa discrepanza sono facili da comprendere: per completare l'infrastruttura FTTH in Italia bisognerebbe raqggiungere 28 milioni di punti di accesso, mentre per quella FTTC sarebbero sufficiente arrivare a 150mila armadi.
Proprio per questi motivi Fastweb ha deciso che è questa la tecnologia su cui puntare e su cui dovrebbero convergere anche gli investimenti dello Stato. Secondo l'operatore infatti l'Italia è nella situazione ideale per installare il Fiber To The Cabinet, perché la distanza media fra i cabinet (armadi) e gli edifici è di 250 metri, al contrario per esempio della Francia dov'è di 750 metri: troppi per garantire prestazioni ideali.
A seguito di queste considerazioni, dice Fastweb, nell'ultimo anno le attività di ricerca e sviluppo si sono concentrate sulle tecnologie in grado di migliorarne ulteriormente le prestazioni, per scoprire "importanti e dirompenti innovazioni in grado di modificare il paradigma delle tecnologie in fibra". A ottobre 2014 Fastweb ha effettuato test reali sul campo sfruttando Vectoring, Vdsl enhanced e GFast. Con il Vectoring in 6 città (Roma, Monza, Milano, Livorno, Torino, Bari e Genova) è riuscita ad arrivare a 100 Mbit. Con il Vdsl enhanced ha superato i 250 Mbit al polo congressuale di Rho (sempre in FTTC) mentre con GFast, che è la più veloce, ha oltrepassato 500 Mbit nel polo di Rogoredo.
Queste tecnologie, ha detto Alberto Calcagno, "rappresentano anche una soluzione di sistema per lo sviluppo della banda ultralarga su tutto il territorio italiano e il raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda Digitale in anticipo rispetto al 2020. È per questo che il Governo potrebbe impiegare i fondi destinati alla banda ultra larga per stimolare lo sviluppo delle reti FTTC su tutto il territorio nazionale, incluse le aree attualmente non coperte dai piani degli operatori".
"Si parla già di un'Italia a due velocità, ma noi non vogliamo neanche le città a due velocità; vogliamo che tutti possano ottenere alte prestazioni", ha sottolineato Calcagno riferendosi all'impiego dell'FTTC. Non solo: questa tecnologia sarà adatta anche al futuro, come dimostrano i test già condotti in laboratorio dai partner Lucent.
Investire in innovazione e ricerca (il 35% del fatturato nel caso di Fastweb) porta risultati concreti, se è vero che anche nel 2014, anno in cui i ricavi di tutto il settore delle telecomunicazioni si sono ridotti, Fastweb ha incrementato il numero di clienti e il fatturato, e ad oggi detiene il 70% del mercato ultra broadband con 500mila utenze.
fonte: tomshw
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