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Si e' spento, alle 17,45, Don Andrea Gallo, 84 anni, il prete di strada genovese, fondatore della Comunita' di San Benedetto al Porto. Genova e' in lutto per la scomparsa del sacerdote partigiano da sempre al fianco dei piu' deboli, degli emarginati, degli 'ultimi'. Immediato il cordoglio di esponenti della politica e della societa' civile, a partire da chi gli fu piu' vicino come il leader di Sel, Nichi Vendola. Nelle settimane scorse il sacerdote era stato ricoverato all'ospedale ma poi, a seguito di un miglioramento, i sanitari avevano deciso per le dimissioni. Il prete e' stato monitorato dai medici e accudito dai suoi nipoti, Paolo e Vittorio.
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Nato a Genova il 18 luglio del 1928, il giovane Andrea inizia il noviziato nel 1948 con i salesiani, a Varazze, proseguendo poi a Roma il liceo e gli studi filosofici. Nel 1953 chiede di partire per le missioni e viene mandato in Brasile, ma la dittatura lo costringe a tornare in Italia l'anno successivo. Prosegue gli studi ad Ivrea e viene ordinato sacerdote il 1 luglio 1959. Nominato cappellano alla nave scuola della Garaventa, riformatorio per minori, cerca di introdurre un metodo educativo basato sulla fiducia e sulla liberta', lontano dalla repressione fino ad allora perseguita. (AGI) (AGI) - Roma, 22 mag. - Tre anni dopo i superiori salesiani lo rimuovono dall'incarico, senza fornirgli spiegazioni. Nel 1964 Don Andrea lascia la congregazione, chiedendo di entrare nella diocesi genovese. Viene nominato vice parroco alla chiesa del Carmine, nel centro storico di Genova, dove rimane fino al 1970, anno in cui viene 'trasferito' per ordine del cardinale Giuseppe Siri, arcivescovo della citta'.
Per Don Gallo non si tratta di un semplice avvicendamento tra parroci: la sua predicazione irrita una parte di fedeli e preoccupa i teologi della Curia, a cominciare dallo stesso cardinale perche', si dice, i suoi contenuti 'non sono religiosi ma politici, non cristiani ma comunisti'. Don Gallo obbedisce ma l'allontanamento dalla parrocchia non significa per lui abbandonare quell'impegno che aveva provocato l'atteggiamento repressivo nei suoi confronti: i suoi ultimi incontri con la popolazione, scesa in piazza per esprimergli solidarieta', sono una decisa riaffermazione di fedelta' ai suoi ideali e alla sua battaglia per dare voce ai piu' poveri e agli emarginati. Insieme a un piccolo gruppo, nel 1975 avvia l'attivita' della Comunita' di S. Benedetto al Porto.