In questi giorni di pioggia la maggior parte delle nostre città è flagellata (tra gli altri) da un annoso problema: le strade dissestate, quando non completamente sventrate, dalle piogge e dal peso dei veicoli. Tutto inizia con qualche crepa, l’acqua che si infiltra nelle crepe, le macchine che transitando portano via pezzetti di asfalto e piano piano (ma poi neanche tanto lentamente) si aprono buche, veri e propri crateri pronti ad aprire squarci sui pneumatici, a rompere cerchioni, a storcere assi. Vere e proprie insidie per gli automobilisti che, a volte, per evitarle finiscono per effettuare manovre azzardate ancora più pericolose.
Un team di scienziati sudcoreani, guidati da Chan-Moon Chung, hanno brevettato un nuovo, innovativo materiale che dovrebbe ovviare ai problemi generati dalle crepe nel calcestruzzo: ”si tratta del primo sistema di autoguarigione per il calcestruzzo” esclamano orgogliosamente gli scienziati nella nota che accompagna la presentazione del brevetto “Il sistema è ecologico, economico e molto rapido. E potrebbe presto essere messo in commercio”
Come funziona questo materiale? È presto detto: il segreto è nel rivestimento protettivo che contiene una serie di microcapsule riempite con un materiale ad alto potere sigillante.Al formarsi di eventuali crepe le microcapsule si rompono e il sigillante viene rilasciato in tutta la superficie danneggiata. Con la luce ed il calore solare il materiale rilasciato si solidifica, completando il processo di riparazione.
Le applicazioni di questo materiale sarebbero molteplici e potrebbero portare a ridurre notevolmente l’esigenza di ricostruire periodicamente strade, ponti e altre infrastrutture realizzate in cemento armato.
Se l’invenzione si dovesse rivelare efficace, sarebbe un bel passo avanti per le nostre martoriate strade.
Strade indistruttibili con il calcestruzzo che si autoripara
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