L'ennesimo colpo inferto al file sharing tricolore, in particolare attraverso l'inibizione degli accessi agli indirizzi dduniverse.net e www.dduniverse.net. Piattaforme votate alla condivisione di "codici alfanumerici complessi del tipo torrent", così come si può leggere nel testo del provvedimento.
I gestori di dduniverse avrebbero indicizzato e promosso "collegamenti detti ed2k ai file, in tal modo gli utenti registrati su detto sito sono in grado di scambiare tra loro copie integrali o parziali dei file stessi, il tutto con finalità di lucro rappresentato dagli introiti derivanti dalle inserzioni pubblicitarie a pagamento inserite sul sito (banner)".
"La novità del decreto di sequestro preventivo, rispetto a quanto accaduto in passato, risiede nel fatto che il portale (o meglio il suo titolare che rimane, per il momento ignoto) viene indicato come un concorrente diretto nel reato, nonostante la mera funzione di indicizzazione di siti esterni", ha sottolineato l'esperto avvocato Fulvio Sarzana.
Altro elemento rilevante, il decreto di sequestro preventivo ha previsto una forma di responsabilità a carico dei singoli provider, che rischierebbero fino a 250mila euro di multa in caso di mancata osservanza. Si ricorda così il caso BtJunkie, quando gli operatori Fastweb e NGI erano stati accusati di favoreggiamento.
Nel frattempo, i responsabili di dduniverse hanno cinguettato su Twitter una serie di scappatoie per permettere agli utenti di accedere lo stesso al portale del torrentismo. Sfruttando i DNS di OpenDNS e Google, ovviamente alternativi a quelli dei vari provider. Ed è subito spuntato il nuovo indirizzo ddalternate.net.
fonte: punto-informatico